La felicità è il vissuto soggettivo di benessere. Molti studi hanno dimostrato il legame tra queste sensazioni di “stare bene” e le emozioni. Sei felice, se provi principalmente emozioni positive come serenità, gioia e sorpresa. Sei infelice se provi spesso un’affettività negativa contraddistinta da rabbia, tristezza e paura. Le emozioni sono lo strumento di misura più affidabile della felicità in psicologia. La tecnologia consente rilevazioni continue e su larga scala. App misurano il livello di felicità ogni giorno in momenti diversi, chiedendo ad una persona di indicare la prevalenza di emozioni positive o negative vissute nella fascia oraria precedente, con la relativa intensità. La metodologia stima con precisione il tasso di felicità, chiede lo stato emotivo allo stesso soggetto in momenti diversi della giornata e per periodi di tempo molto lunghi, anche anni. L’applicazione di questa procedura su migliaia di soggetti, grazie alla computazione statistica rileva i livelli di felicità in popolazione.
Filosofia e teologia hanno dibattuto per secoli su quanto il denaro avesse impatto sulla felicità, ma senza poter mai validare le riflessioni con dati empirici. Oggi si può fare. Per stimare l’impatto del denaro si usa l’income annuale. L’income è il denaro che si guadagna in 12 mesi sommando reddito e rendimento da investimenti. È la misura della ricchezza più immediata. È un numero semplice da rilevare per ogni persona. La correlazione tra income e felicità studia in maniera scientifica questa relazione, superando il dibattito che esiste da secoli sulla questione.
Una famosa ricerca del 2010 dello psicologo Daniel Kahneman, psicologo premio Nobel per l’economia, aveva dimostrato che oltre i 100.000 euro di income annui, un aumento nelle entrate non determinasse alcun miglioramento nel livello di felicità. È l’effetto tetto. La correlazione tra denaro e felicità valeva fino all’importo dei 100.000 euro, da lì in poi le 2 variabili erano disgiunte. Lo studio fece scalpore, lasciando perplessi molti ricercatori, che continuarono a studiare il legame tra soldi e benessere.
Tra questi, Matt Killingsworth della Wharton School of Economics, un vero esperto nella misurazione della felicità. Una sua ricerca del 2021, su un campione enorme di soggetti, molto superiore rispetto a quello usato da Kahneman e con rilevazioni durate anni, ha concluso l’esatto contrario rispetto a quanto scoperto dal premio Nobel 10 anni prima. Non esiste nessun effetto tetto, all’aumentare dell’income cresce il livello di felicità. Le 2 variabili sono perfettamente correlate, al crescere dell’una cresce l’altra.
I 2, riconoscendo la validità dei rispettivi lavori hanno collaborato e nel 2023 sono giunti a conclusioni straordinarie, approfondendo come mai si era fatto fino ad ora il legame tra denaro e felicità. L’articolo pubblicato dalla rivista “Proceedings of the national academy of sciences” sintetizza 3 scoperte.
La prima è che l’effetto tetto dei 100.000 euro annuali esiste ma solo per il 15% di popolazione più infelice. Per chi ha un’esperienza emotiva in prevalenza negativa, l’impatto positivo del denaro si ferma a questo importo, dopo di che, diventa irrilevante. La seconda scoperta è che non esiste un effetto tetto per le persone con una felicità media e buona. Sono circa il 60% della popolazione. In questi casi si osserva una correlazione tra la crescita dell’income ed il livello di felicità. Nella maggioranza della popolazione, maggior denaro si associa ad una esperienza emotiva di miglior benessere. La terza scoperta riguarda l’estremo positivo. Stiamo parlando del 25% di persone con i livelli di felicità più elevati. In questo gruppo al crescere dell’income aumenta il livello di felicità, ma si osserva che la curva ha un coefficiente di crescita più marcato quando si tratta di importi più elevati. Variazioni di income importanti, sopra i 200.000 euro, si associano a tassi di felicità straordinariamente intensi, nella fascia di popolazione più felice.
Il denaro rende felici? Si! Fino a 100.000 euro di income annuale c’è una correlazione lineare in tutte le coorti: infelici, felici e superfelici. È irrilevante sopra i 100.000 euro solo nel 15% di popolazione molto infelice. Forse in questi casi i problemi personali o gli eventi accaduti non possono in alcun modo essere leniti dalle entrate economiche e quindi i destini di denaro e felicità si separano. Ma solo in questo sotto-campione. Per tutti gli altri, denaro e felicità sono associati, fino all’estremo in chi è super felice. Un famoso detto afferma che i soldi non fanno la felicità. Le neuroscienze arrivano ad una conclusione molto diversa. Il denaro rende più felici, quasi sempre, quasi tutti.