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Dopo la comunicazione sui dazi di Trump i mercati finanziari sembrano impazziti. Per capire il perché e come evitare di farsi prendere dal panico vengono in aiuto gli studi della biologa Laurie Santos, responsabile del “Comparative Cognition Laboratory” di Yale. Le sue ricerche si concentrano sulle origini evolutive della mente umana. Confronta le capacità cognitive dei sapiens con quelle di altri animali, soprattutto primati. Prima di capire il legame tra lo studio dei babbuini e le decisioni finanziarie umane, serve rispondere ad una domanda. Perché studiamo i primati?
Tra le molte specie di babbuini, se ne studia una, il Macaco Rhesus. Questa particolare scimmia condivide il 93% del DNA con gli umani. È la specie dal punto di vista genetico più simile al Sapiens. Studiare questo primate consente di comprendere i comportamenti più innati negli esseri umani, quelli che sono rimasti con noi nel corso dell’evoluzione. È una fotografia della nostra radice comportamentale e sociale più antica. Quando si trovano similitudini tra macachi ed umani, significa che quel tratto è rimasto nel passaggio tra specie. Si mette a fuoco una caratteristica mantenuta dalla selezione naturale. I macachi vivono in gruppi. I membri collaborano tra loro per proteggersi dai predatori, cercare cibo e curare i legami sociali. Le scimmie hanno una gerarchia sociale precisa. Ma non è tutto. Questi primati hanno una straordinaria capacità di apprendimento. Tra le diverse cose che imparano molto facilmente c’è il denaro. Non è un errore di battitura. I macachi imparano facilmente a capire ed usare i soldi. Scambiano monete di rame con frutta o altri cibi. Apprendono la “fungibilità” del denaro, cioè la possibilità di scambiare quantità di monete diverse con differenti tipi di frutta. Imparano che, se riescono a risolvere un certo problema o se fanno un certo compito, acquisiscono delle monete. La quantità di monete dipende dalla qualità della soluzione o dal tempo per realizzare un certo compito. Laurie ed i suoi colleghi si sono divertiti nel creare un’economia dei macachi.
La dott.ssa Santos ha dimostrato che i babbuini hanno gli stessi bias degli esseri umani. In pratica, quando hanno paura di perdere il loro denaro, tendono letteralmente ad impazzire, ad arrabbiarsi, imitandosi gli uni con gli altri. In pratica, anche i babbuini vanno in panico da mercato. Queste reazioni emotive accadono ai macachi anche quando hanno messo da parte una buona somma di denaro per “acquistare” tanta della loro frutta preferita; quindi, in termini tecnici anche quando la “perdita sarebbe tollerabile”. Le scimmie regolano il loro comportamento finanziario non in base alle esigenze o a quanti risparmi hanno accumulato per comprare cibo, ma attivando i medesimi bias, interferenze emotive e tendenze all’imitazione dei loro cugini più evoluti, i sapiens.
Come tradurre pragmaticamente questi studi di analisi comparata nel contesto finanziario odierno di “panic selling”? Gli esseri umani possono provare a tenere il controllo e pentirsi attraverso l’autocontrollo e il confronto relazionale.
È stato dimostrato infatti che per attenuare i comportamenti irrazionali di avversione alle perdite è fondamentale è fondamentale adottare una visione di lungo termine, ignorando le fluttuazioni giornaliere estreme, dazi inclusi. In maniera concreta, è stato evidenziato che limitare l’accesso alle app che danno day by day i rendimenti consente di investire alla luce dei propri obiettivi ed essere meno influenzati dal momento di mercato figlio degli estremismi. Anche la strategia del “delay decisionale” contrasta il panic selling dell’imitazione. Il consiglio è semplice. Consiste nell’evitare di prendere decisioni finanziarie importanti basate su notizie recenti, semplicemente rimandandole. Rinviare la decisione di una settimana, a volte anche di un mese. Quello che a prima vista sembra un procrastinare, è un battito di ciglia se si considera l’andamento del mercato finanziario nel tempo. Mettere in pausa le decisioni porta a riflettere, spesso non fare nulla, nel medio termine si dimostra essere l’opzione migliore. Si agisce meno di impulso, evitando di fare appello solo alle informazioni disponibili e accessibili, in quel momento. La strategia di debiasing in assoluto più potente è la relazione. Nel confronto tra persone molti bias si stemperano, se si comunica, anziché imitarsi istericamente. Comunicare mette in discussione le decisioni di pancia, consente di esplorare alternative meno impulsive, talvolta ironizzando sugli eccessi, si aumenta il tasso di razionalità.
È vero che le scimmie investono come gli umani. Ma gli umani hanno il linguaggio per costruire relazioni tra loro e maggiori abilità di autocontrollo, semplicemente rimandando ogni decisione di fronte all’incomprensibilità. Questa razionalità aumentata è il 7% di DNA che ci differenzia dai nostri cugini pelosi. Un 7% che fa la differenza, soprattutto quando tutto il mondo sembra impazzire sui mercati, ed occorre tenere i “nervi saldi”, senza fare come i “babbuini”, malgrado i dazi.