In un mio post precedente ho parlato dell’importanza della “Persistence”. Di quanto sia determinata da specifici meccanismi neurali (C. Robert Cloninger) e di quanto sia il migliore predittore del successo lavorativo, soprattutto nelle professioni commerciali.
Non nego la fondamentale importanza del cambiamento. Nel business cambiano i mercati, i prodotti, le modalità di vendita. Tuttavia questa attenzione spasmodica al cambiamento continuo corre il rischio di far abbandonare comportamenti e strategie prima ancora che inizino a dare risultati. Non fraintendermi. Non sto dicendo che puoi “Vendere il Walkman nel 2015”. Non voglio nemmeno dire che sia efficace continuare perennemente a fare cose che non generano risultati. Voglio portare la tua attenzione sul fatto che prima di cambiare devi essere davvero certo di aver realizzato quello che pensi ti porti un risultato, con persistence, tollerando l’inevitabile fatica.
Molti fallimenti commerciali non dipendono infatti da comportamenti, scelte o strategie errate. Sono il naturale esito di persone che non hanno la persistenza di portare avanti le loro idee, di continuare ad attuare comportamenti “stressanti”, di mantenere una strategia.
Molti parlano di cambiamento, ma in realtà semplicemente non vogliono/riescono a fare fatica.
Se vuoi allenare la tua persistence, l’esercizio che leggerai fa per te. Parti dall’assunto che la “persistenza” (o per meglio dire i circuiti cerebrali che la determinano) è come un muscolo. Può crescere o atrofizzarsi in funzione dell’utilizzo. Uno degli esercizi che propongo sempre nei miei training di Neurovendita© è quello della“Deprivazione Progressiva”. Non è semplice raccontarlo in un post, ma funziona cosi:
1) Prima fase. Identifica un alimento che ti piace particolarmente (ovvero che ti regala soddisfazione quando lo gusti). Uso il cibo perché si tratta di un “driver” molto intenso per i circuiti cerebrali che determinano piacere/tolleranza alla frustrazione.
2) Seconda fase. Definisci un periodo (inizialmente breve, nell’ordine di 2-3 giorni) in cui privarti dell’alimento identificato come fonte di piacere.
3) Terza fase. Prosegui nell’esercizio intervallando i periodi (crescenti) di privazione, con giorni di gratificazione in cui ti concederai il piacere di assaporare di nuovo quel cibo.
Ti faccio un esempio con la Nutella (cibo goloso per eccellenza)!
Attenzione però, perché l’allenamento abbia effetto ci sono due condizioni imprescindibili!!! Primo: non “mollare” prima di 30 giorni. Secondo: nei periodi di privazione non sostituire quello di cui ti stai deprivando con qualcosa di simile, altrimenti ti stai solo prendendo in giro!!!
Non si tratta di una dieta, ma semplicemente di eliminare un alimento specifico di cui sei particolarmente goloso, in maniera progressiva, per un periodo limitato. L’obbiettivo è rafforzare il tuo cervello nella capacità di tollerare la fatica in nome di una ricompensa nel futuro .
Persistere è impegnativo ma porta ottimi risultati!
Buon allenamento alla “Persistence” e buone Neurovendite!